L’Università Popolare di Rovigo: quasi un secolo di storia
Fondata intorno al 1906, l’Università Popolare di Rovigo aveva immediatamente attirato folto pubblico, interessato da conferenze e iniziative che lasciavano a lungo il segno nella esperienza culturale della città. E ben presto, per la sede, era stato offerto l’edificio della Gran Guardia in piazza Vittorio Emanuele. Qui si avvicendavano oratori famosi, politici, professori universitari, cittadini eminenti, che prendendo sovente spunto dall’attualità riuscivano a infiammare gli animi. Avvenne così, nel maggio del 1916, con una ispirata lezione pubblica al Teatro Sociale dell’onorevole Antonio Fradeletto, che, parlando dei “Martiri nostri”, ai nomi Nazario Sauro e Guglielmo Oberdan aggiunse quello di Cesare Battisti, cui sarebbe stato dedicato l’anno seguente, sul muro della Gran Guardia un ricordo scolpito nel marmo. Ma l’Università popolare si era allora già trasferita nel vecchio salone della Borsa in piazza Garibaldi, per lasciare posto alla Casa del Soldato.
Di quell’anno accademico 1916-1917, che in piena guerra aveva attirato ben 160 soci ordinari, ricorderemo i nomi di altri relatori, dal reduce Enrico Bolzoni al giornalista Antonio Foschini, da Edoardo Piva (fratello del più noto Gino e provveditore agli studi di Padova) a diversi professori universitari come De Regui Vinassa, Errera, Rambaldi, Alazard. Ancora affollatissime, dopo un lungo periodo di stasi, erano state le lezioni e le attività che si erano svolte nel secondo dopoguerra (specialmente negli anni tra il 1946 e il 1950), con Miro Penzo come segretario e la presenza quasi costante del professor Egidio Meneghetti, docente all’Università di Padova e ispiratissimo poeta dialettale.
Poi, ancora, altra interruzione e pareva proprio che fosse l’ultima. Ma ecco che, nel giugno del 1986, l’Università Popolare rinasce dalle sue ceneri e aggiunge al nome anche la formula “della terza età e del tempo libero”. I soci fondatori di questa terza stagione sono: Antonio Quadretti, Luigi Giordano Quaiotti, Ettore Felisatti, Luigi Milani, Vittorino Pavarin, Gelindo Paggioro, Ornella Grompi, Marino Turati, Floria Chiggio Lugarini, Giuseppe Sambo, Ciano Costanzo, Ermanno Alberghini, Achille Cattozzo. L’associazione si propone di intervenire nel mondo culturale locale, tramite la promozione di iniziative di incontri, di dibattito, di informazione e di formazione con l’obiettivo di favorire l’inserimento sociale di tutte le persone ed in particolare di quelle anziane.
Su queste basi e con queste finalità si fissano gli obiettivi dello statuto, che reggerà, con aggiornamenti ed adeguamenti, fino al 2008.
Il 7 maggio 1991, l’Associazione apporta una prima modifica allo Statuto, per favorire l’aggregarsi di nuovi soci: infatti viene sancita la possibilità di entrare nell’associazione dei soci ordinari. Con questo titolo l’Università Popolare Polesana accoglie come nuovi soci i Sindacati, Cisl, Uil, Cgil, il Cna (che poi ne uscirà), la Provincia e via via vari Comuni polesani, fino a raggiungere il numero di 25 con oltre 1500 iscritti, con 120 docenti impiegati nelle diverse sezioni, da Melara a Porto Tolle.
L’11 maggio 1993 l’Università Popolare Polesana si trasforma in associazione di volontariato (onlus) e tale si mantiene fino al 31/12/2007.
Nel giugno 2008, diventata Università Popolare Polesana degli Adulti ed Anziani, è iscritta nel Registro Regionale delle Associazioni di Promozione Sociale, mantenendo pressoché invariati le finalità e gli obiettivi.
A seguito di una convenzione l’attività didatttica viene svolta in collaborazione con l’Archivio di Sato di Rovigo.